L’attuale approccio al Bring Your Own Device (BYOD) rischia di annullarne i vantaggi con una pesante ripercussione in termini di data loss e attacchi informatici.
Recentemente è stata condotta una ricerca da parte di AstraRicerche per conto di Symantec su un campione di 1.062 persone. Gli intervistati non erano Cio o top executive ma dipendenti appartenenti allo staff It o provenienti da risorse umane, amministrazione e finanza, marketing e comunicazione, vendite, produzione e logistica in aziende che contano dai 100 ai 2500 dipendenti.
Ne è emerso che: in Italia come altrove, «con l’arrivo sul mercato dei dispositivi Mobile si è visto prender piede scelte tecnologiche sempre più guidate dal mondo consumer e non da quello enterprise. Tanto che utilizzare il proprio device personale anche per accedere alle applicazioni aziendali è diventato quasi automatico». La maggior parte ha ammesso che non c’è distinzione tra dispositivi personali e aziendali. I dispositivi personali sono spesso utilizzati per accedere a servizi dall’azienda, così come i dispositivi aziendali sono sfruttati anche per scopi personali. Basti pensare che il 59,3% accede a mail personali con dispositivi aziendali, laptop, smartphone o tablet. Allo stesso modo è rilevante notare come l’accesso via Internet a cartelle personali ( Dropbox e similari), avvenga con una percentuale maggiore per i dispositivi aziendali (37,7%) rispetto a quelli personali (32,5%). Il 36% dei rispondenti utilizza il laptop aziendale per sincronizzare cartelle personali nel cloud.
Inoltre da altri dati è emerso che l‘installazione di apps sui dispositivi mobili è decisamente uno standard: l’81% ha installato applicazioni sui dispositivi personali e l’89,4% su quelli aziendali. Circa un terzo degli intervistati (38% in relazione a device di proprietà e 30,9% per quelli concessi in utilizzo dall’azienda) è solito scaricare applicazioni anche dagli store non ufficiali, e in certi casi, è disposto ad eseguire il jailbreak per rimuovere eventuali limitazioni del sistema e installare l’elemento desiderato.
Questi dati sono confermati dal basso numero di intervistati che affermano di dover rispettare alcune regole per i propri dispositivi personali o aziendali. Il 54,2% afferma di avere un software antivirus installato, il 37,1% ricorda che l’azienda gli ha chiesto di tenerlo aggiornato, e solo poco più di un quarto degli intervistati (25,9%) deve impostare una password sul proprio cellulare o tablet. Solo il 10,4% degli intervistati afferma che le regole aziendali gli impongono di non salvare i dati relativi al business sui dispositivi mobili. Senza contare che il 28,1% degli intervistati,ammette di non rispettare tali regole aziendali, ad esempio, non installa antivirus o non lo tiene aggiornato.
Da tutto questo, risulta evidente che il problema è a monte: a mancare nelle aziende sono regole aziendali definite e fatte ottemperare e che, anche nel caso di dispositivi mobili, non lascino spazio alle scelte degli utenti che, solo nel 15% dei casi hanno fatto sapere di non poter aggiungere e configurare sul proprio dispositivo cellulare o tablet aziendale alcuna nuova applicazione “perché il dispositivo non lo consente”.
Fonte AstraRicerche
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